Ho letto Il sale, di Jean Baptiste Del Amo.
Il sale
Una giornata, una famiglia, tre vite, anzi quattro. Sono le vite di Albin, Fanny, Jonas e della loro madre, Louise, uniti da una cena che quest’ultima ha organizzato per cercare di rimettere insieme la famiglia, almeno per una volta. Armand, il padre, è morto tempo prima, lasciando un vuoto, naturalmente, ma anche un peso.
L’inizio di questo straordinario Il sale potrebbe apparire addirittura banale, e il pretesto della cena forse scontato. Ma ben presto, a mano a mano che la lettura procede, ci si rende conto che le cose non possono andare lisce. Perché i tre figli sono pesantemente segnati dall’infanzia, dal loro rapporto col padre, da quello con la madre e dei due genitori tra loro.
Una famiglia
Piano piano viene fuori che covano un vulcano di rancori, ferite, dolore, racchiudono una massa di carne sanguinante che ha determinato il loro modo di vivere, e in definitiva il loro destino.
La crosta di questo vulcano viene rotta proprio dall’invito a cena. Il dover ricomporre una sorta di unità familiare riporta alla luce le vecchie ferite, tormenta nervi scoperti, lavora su ferite mai rimarginate.
In breve, per tutti loro, inclusa la madre, la cena diventa elemento scatenante di ricordi, di analisi del passato, di recriminazioni. Diventa un momento nel quale si è obbligati a guardare dentro di sé, nei recessi più scuri e dolorosi della propria anima, del proprio passato, del proprio dolore. Tutto questo, sullo sfondo della natura ruvida e selvaggia di Sète e della costa meridionale della Francia, stretta tra il Mediterraneo e gli stagni.
La difficoltà di vivere
Dice tante cose, Il sale. Dice che come siamo viene da lontano, dice che la nostra natura è se non segnata, sicuramente influenzata dalla nostra storia personale. Parla di amore, di difficoltà di accettazione, di rapporti. Parla di cuori inariditi, parla della difficoltà di essere un genitore.
Un libro che non si può leggere con superficialità, con troppa fretta. Perché ha il potere e la forza di scavarci dentro, di far riaffiorare le nostre ferite, i nostri dolori. E che, come solo i grandi libri, continua a vivere dentro di noi a lungo anche dopo averlo terminato.
Photo by Fabien Bazanegue on Unsplash
[Jean-Baptiste Del Amo è un giovane scrittore francese, paragonato da vari critici per il suo stile addirittura a Flaubert e Zola. Il sale è il suo secondo romanzo, edito in Italia da Neoedizioni.]
